Come Centrare la Ruota di una Bici

Centrare le ruote della bicicletta è un’operazione di manutenzione che va compiuta a intervalli regolari nel tempo, e in ogni caso tutte quelle volte che la ruota riceve colpi particolarmente forti, tali da modificarne la centratura. La centratura di una ruota, infatti, dipende da molti fattori, tra i quali, il più importante, sono i raggi, questi fanno in modo che il cerchio della ruota rimanga sempre perfettamente rotondo, non ovalizzandosi. I raggi, dunque, sono l’elemento che riceve la tensione che buche e colpi infliggono alle ruote e che la scarica, facendo in modo che la ruota nel suo complesso rimanga costantemente rotonda. Non tutta la tensione che i raggi accumulano, però, può essere scaricata o viene scaricata e da questo deriva l’esigenza, nel tempo, di scaricarla manualmente, andando a centrare nuovamente la ruota.

Per centrare una ruota non servono molti attrezzi, bastano un portaruote, un tiraraggi, una dima di campanatura e un centraruote. Quello che serve, invece, è molta pazienza, particolarmente se non siete dei professionisti. Infatti mentre un meccanico professionista saprà subito quali raggi tirare o allentare, i meno esperti dovranno giungerci con prove.

centrare ruota

Iniziamo questa nostra guida su come centrare ruote della bici, partendo dai nomi dei componenti. Una ruota si compone di un mozzo, che è la parte centrale, che da una parte si raccorda con il telaio della ruota per mezzo dei fermi e dall’altra parte si raccorda al cerchio per mezzo dei raggi. I raggi sono quegli elementi lineari che, agganciati al mozzo da un lato, si innestano nel cerchio della ruota, per mezzo di elementi particolari, denominati nipplo. Il cerchio, infine, è la parte esteriore della ruota, che va a contatto con la camera d’aria e con la gomma. Il cerchio, per sua natura, è un elemento deformabile, in particolare ovalizzabile e, se non fosse per la presenza dei raggi, una volta montato su una bicicletta o comunque al primo dosso o buca, si ovalizzerebbe. Il ruolo del raggio è quello di mantenere a distanza corretta dal centro il cerchio e al contempo di ricevere gli urti e trasferirli al resto della ruota.

Quanto si deve fare per centrare la ruota di una bicicletta è proprio operare sui raggi, o meglio sul nipplo di ogni raggio, tornando a ridare al raggio la corretta tensione. Quello che dovete fare, per prima cosa, per centrare la ruota, è togliere il fermo della ruota e staccare la ruota dalla bicicletta. La ruota, quindi, andrà messa nel portaruote, dove dovrà essere bloccata. Lo scopo di questa operazione è quello di potere operare con maggiore maneggevolezza ma anche controllare lo spostamento laterale della ruota. Il centraruote, infatti, permetterà di meglio individuare anche le minime oscillazioni laterali dovute alla differenza di tensione tra i raggi che partono dalla flangia destra del mozzo e quelli che partono dalla flangia sinistra.

Noterete, infatti, che i raggi della ruota partono alcuni dalla flangia destra del mozzo e altri da quella sinistra, è molto importante sapere sempre da quale flangia parte il raggio visto che si dovrà intervenire in senso differente sul relativo nipplo, a seconda sia un raggio destro o un raggio sinistro. Non solo, sapere se un raggio è destro o sinistro, serve anche per capire quale altro raggio regolare nel momento questo abbia troppa o troppo poca tensione.

Una volta montata la ruota nel centraraggi, dovrete fare suonare i raggi, come se fossero le corde di uno strumento musicale. Ogni singolo raggio, se in tensione, non deve produrre un suono sordo. Se il suono è sordo, significa che il raggio non è in tensione e quindi si deve intervenire sul nipplo, per tenderlo. Prendete il tiraraggi e posizionatelo sul relativo nipplo, quindi ruotate il tiraraggi in senso orario per aumentare la tensione del raggio. Se invece il raggio fosse troppo teso, dovete ruotare il nipplo in senso antiorario. Risulta essere importante ricordare che ogni nipplo non si deve tirare più di un quarto di giro per volta. Quindi, aumentate o diminuite tensione ruotando il nipplo di un quarto di giro e poi tornate a controllare il movimento della ruota nel centraruote. Per fare questo basta avvicinare il calibro, presente nel centraruote, alla spalla del cerchio. Se la spalla del cerchio tocca il calibro significa che in quel punto vi è una ovalizzazione e si deve intervenire tirando il nipplo, o allentandolo, a seconda dei casi. Ovviamente dovete intervenire sui raggi del punto ovalizzato e, se la spalla del cerchio è spostata a sinistra, e quindi dovete raddrizzare il cerchio verso destra, dovrete intervenire sul raggio destro, differentemente su quello sinistro. La regola, insomma, è che intervenendo sul raggio sinistro si sposta il cerchio a sinistra, viceversa, intervenendo sul raggio destro, si sposta il cerchio a destra. Con molta pazienza, eseguite questa operazione più volte fino a quando la ruota non toccherà più il calibro del centraruote.

Ora togliete la ruota dal centraruote e poggiatela su un tavolo da lavoro. Quindi, per mezzo della dima di campanatura controllate che il cerchio non sia ovalizzato, ovvero che sia sempre equidistante dal centro. Se avete tirato troppo un raggio, infatti, questo farà ovalizzare il cerchio. La dima, del resto, altro non è che uno strumento che vi permette di vedere se il cerchio è rotondo. Risulta essere uno strumento molto semplice da utilizzare, presenta due spalle che vanno appoggiate al lato sinistro del cerchio e al centro un calibro che si deve appoggiare al mozzo. Ora se le spalle toccano e il calibro non tocca il mozzo, significa che avete tirato troppo i raggi destri e per correggere ora dovrete girare di un quarto tutti i raggi sinistri, diversamente se il calibro tocca sul mozzo e le spalle non toccano sul cerchio, allora avete tirato troppo i raggi sinistri e dovete tirare di un quarto tutti quelli destri.

Dopo avere corretto la campanatura della ruota, tornate nuovamente a montare la ruota nel centraruote e controllate di nuovo che la stessa non tocchi contro i calibri. Questa volta, però controllerete non più la tensionatura orizzontale, ma quella verticale, ovvero posizionerete il calibro appena fuori dalla spalla del cerchio, dove andrebbe la gomma, e facendo ruotare la ruota guardate che non tocchi mai con il calibro. Anche in questo caso, se tocca, dovrete agire sui nippli del punto dove tocca, tirando gli stessi di un quartodi giro o allentandoli nel caso notaste che rientra eccessivamente rispetto al calibro.

Terminato di controllare la tensionatura orizzontale, nuovamente controllate la campanatura e infine dovrete eliminare eventuale tensione eccessiva che il raggio avesse accumulato. Operando sul nipplo, infatti, è possibile che il raggio si attorcigli, in questo caso non succede nulla di grave se non effettuate questa operazione ma mentre andrete in bicicletta udirete una specie di sibilo o scampanellio, dovuto appunto alla tensione eccessiva sul raggio. Usando dei guanti in pelle, dovrete semplicemente stringere tra le mani i triangoli che i raggi formano dove si incrociano i raggi.

Come Trasportare la Bici da Corsa in Auto

Capire come trasportare la bici da corsa in auto è il problema più comune che si trova a risolvere un appassionato che vuole percorrere un percorso distante da casa e al quale non può giungere direttamente in bici. Pensiamo al caso in cui si desidera fare un giro in montagna e si vive in pianura, l’unica soluzione e dotarsi di una soluzione per il trasporto della bici in auto.

Fino a quando si viaggia da soli, e se si dispone si un’auto sufficientemente grande, trasportare la bici in macchina non è un grosso problema, smontando le ruota, questa può essere messa nel sedile posteriore al posto dei passeggeri e, nel caso in cui il sedile posteriore sia reclinabile, si può caricarla nel baule.

Ma se si viaggia in due o più persone, o se si devono trasportare due bici, questo metodo fai da te non funziona e si devono trovare altre soluzioni. In commercio troviamo tre differenti sistemi di trasporto della bic in auto, si tratta del classico portabici che può essere ancorato al tetto dell’auto, al portellone posteriore o al gancio di traino.

Iniziamo dal primo, il portabici per il tetto dell’auto è quello più economico tra i tre modelli che vedremo. Non aumenta l’ingombro dell’auto in lunghezza, come invece fanno gli altri due, e quindi non comporta maggiore difficoltà nel parcheggio e rischio di violazione delle norme della strada perché si copre la targa o le luci posteriori. Aumenta però le dimensioni del mezzo in altezza e di questo dovrete tenerne conto quando viaggiate con una bicicletta montata sul portabici, non potrete entrare in molti parcheggi e neppure in molti garage. La comodità, indubbiamente, di questo strumento è quello di poterlo lasciare montato e all’occorrenza mettere e togliere le biciclette. Questa operazione, ovvero posizionare le biciclette sul tetto dell’auto, può risultare complessa, soprattutto in presenza di bici pesanti. Altro vantaggio di questo strumento è che non riduce la visuale del conducente mentre tra gli svantaggi si deve segnalare il fatto che riduce l’aereodinamicità del mezzo e di conseguenza aumenta il consumo di carburante.

come trasportare una bici

La seconda soluzione che solitamente si usa per trasportare la bicicletta in auto è quella di installare un portabici per il gancio di traino dell’automobile. Questa opzione è ovviamente possibile solamente in automobili che presentano un gancio di traino, diversamente è da escludere. Questo sistema di trasporto della bicicletta presenta differenti vantaggi, tra cui il fatto di non intaccare quasi l’aerodinamica dell’auto, il permettere di trasportare fino a quattro biciclette e, soprattutto, il fatto che caricare e scaricare le bici è molto semplice. Il principale svantaggio consiste nel fatto che si deve replicare la targa e le luci posteriori dell’automobile, il che porta questo porta biciclette a essere più costoso di altri. A questo si deve aggiungere che a porta biciclette montato risulta difficile aprire il portellone posteriore.

trasporto bici

Il terzo modello di portabici va agganciato al portellone posteriore dell’auto. Risulta essere questo il modello più comune visto che costa relativamente poco, permette comunque di caricare e scaricare le bici agevolmente e si può mettere e togliere in modo semplice, fatto che consente di levarlo velocemente quando non lo si usa. Presenta lo svantaggio di ridurre leggermente l’aerodinamicità, ma rispetto al porta bici da gancio posteriore non ha bisogno di duplicare la targa o le luci posteriori. Serve comunque il cartello di avviso carichi sporgenti e, in questo caso, quando il porta bici è montato, non si può proprio aprire il portello posteriore dell’auto.

In ogni caso, indipendentemente dal modello di portabici che possedete, prima di caricare le bici bisogna rimuovere qualsiasi accessorio e, dopo avere percorso i primi chilometri, è bene fermarsi a controllare che la bici sia correttamente montata e in equilibrio. Risulta essere infatti normale che questa subisca un primo assestamento grazie alle vibrazioni dell’auto in movimento.

Come Cambiare il Nastro del Manubrio della Bici da Corsa

Cambiare il nastro del manubrio della bici da corsa è un’operazione molto comune, non si tratta altro che di sostituire il lungo nastro morbido che avvolge il manubrio della bicicletta e che serve quale impugnatura, per una maggiore comodità del ciclista.

Un nastro manubrio usurato, infatti, può portare alla creazione di vesciche sulle mani così come rendere meno sicura la presa e di conseguenza diminuire la sicurezza. Chiaramente la decisione che porta a cambiare il nastro manubrio può anche essere solamente dettata da ragioni estetiche, del resto al giorno d’oggi si producono nastri manubrio di differenti colori, che permettono veramente di rinnovare il look della bicicletta in maniera economica e rapida. Per scegliere quello più adatto per le proprie esigenze è possibile fare riferimento a questa guida sul nastro per manubrio della bici da corsa su Ilciclismo.com.

nastro manubrio

Togliere e mettere il nastro manubrio è un’operazione di media difficoltà che necessita di un prodotto per lavare il manubrio una volta tolto il nastro manubrio vecchio, di un paio di forbici, di un pezzetto di nastro per fermare il nastro manubrio alla fine e ovviamente di un nastro manubrio nuovo.

Il nastro manubrio, così come il nastro isolante che si andrà a utilizzare per fermare lo stesso, possono essere comodamente comprare nei negozi specializzati, e vengono venduti assieme in appositi kit già predisposti.

Si inizia togliendo il collare, ovvero rimuovendo, verso l’esterno quella protezione in gomma che protegge e avvolge l’attacco del freno al manubrio, afferrate la protezione in gomma e sollevatela all’indietro, in direzione del freno stesso.

Quindi, una volta che avrete liberato il nastro manubrio dal collare, fissate lo guardo verso la fine del manubrio, dove si aggancia con il telaio della bicicletta, noterete la presenza di un laccio di nastro. Basta rimuovere questo e iniziare a srotolare il nastro manubrio che non essendo incollato verrà via abbastanza facilmente.

Il nastro manubrio, generalmente, è fissato all’altra estremità con il tappo che chiude il tubo del manubrio. anche in questo caso rimuovete il tappo, generalmente in plastica, e potrete così togliere del tutto il nastro manubrio.

Ora lavate il manubrio con un apposito prodotto pulente e asciugatelo bene, quindi si passa al montaggio del nuovo nastro manubrio, operazione per la quale compieremo, al contrario, quanto appena indicato per rimuovere il nastro.

In questo video è possibile visualizzare l’operazione.

Si parte dunque dal proteggere l’attacco del collare, ovvero del gruppo freno, con il manubrio, prendete un pezzo di nastro manubrio rettangolare, generalmente è già pronto all’uso nei kit, e posizionatelo in modo da coprire il collare, fissandolo a questo con dello scotch.

Quindi è il momento di posizionare il nastro manubrio partendo dall’estremità che presenta il vuoto per il tappo, lasciando metà nastro esterno al manubrio, in modo da poterlo poi piegare su se stesso e avvolgere dentro il tubo del manubrio, chiudendo il tutto col tappo.

Si segue salendo a spirale attorno al manubrio fino a giungere al termine, dove il nastro manubrio verrà fissato con dell’altro scotch. Si deve prestare attenzione a non tirare eccessivamente il nastro manubrio visto che potrebbe rompersi, così come a non lasciarlo troppo lento altrimenti questo si andrà a spostare durante l’uso. Chiaramente il nastro dovrà coprire completamente il tubo e ogni giro di spirale dovrà sormontare il precedente giro in ugual misura, affinché l’effetto ottico che si produce sia ordinato.

Il passaggio successivo sarà quello di fissare il nastro manubrio alla estremità del tubo, chiudendo il tubo stesso con l’apposito tappo in plastica e si torna ad abbassare la protezione del collare.

Risulta essere possibile che dopo avere effettuato queste operazioni il nastro manubrio si muova leggermente, non preoccupatevi perché se avrete effettuato l’operazione correttamente dopo poche pedalate questo si fisserà al manubrio venendosi a creare un effetto ventosa tra il nastro e il manubrio.

Page 1 of 6123Next »Last »